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ARRESTATI ULTRA´ DEL MILAN: RICATTAVANO IL CLUB

21-07-2011 07:22 - News Generiche
Sono stati condannati a pene fino a 5 anni e 10 mesi di reclusione otto ultrà del Milan che erano accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla tentata estorsione, perché avrebbero minacciato i dirigenti della società rossonera per avere i biglietti delle partite a prezzi stracciati o gratis.
La sentenza è stata emessa dai giudici della sesta sezione penale di Milano che in particolare hanno condannato un capo storico della Curva Sud milanista, Giancarlo Lombardi, a 5 anni e 8 mesi di carcere e un altro degli ultrà a 5 anni e 10 mesi.
Il club rossonero, che era parte civile nel processo, nato anche a seguito di una denuncia dell´ad del Milan, Adriano Galliani, è stato risarcito con 10 mila euro per i lanci di torce che gli ultrà effettuarono nel corso di due partite nel 2006 come gesto intimidatorio nei confronti della società.

LE CONDANNE - I giudici della sesta sezione penale hanno fatto cadere, però, l´accusa di associazione per delinquere che era contestata ad alcuni degli imputati.
Giancarlo Lombardi, detto «Sandokan», vecchio capo ultrà, latitante nell´ambito di un´altra inchiesta della Procura di Milano che nei giorni scorsi ha portato al sequestro di alcuni locali della movida milanese, è stato condannato per tentata estorsione ai danni del club rossonero, come un altro ultrà, Claudio Tieri, a cui è stata inflitta la pena più alta: 5 anni e 10 mesi. Gli altri sei imputati sono stati condannati a pene che vanno dai 4 mesi a un anno e 6 mesi per un episodio di aggressione nei confronti di un poliziotto e per i lanci di torce in campo.

IL LANCIO DI TORCE - L´inchiesta era partita nell´ottobre del 2006 in seguito al ferimento di un tifoso rossonero, Leonardo Avignano, colpito a Sesto San Giovanni, nei pressi del centro commerciale Vulcano, con diversi colpi di pistola alle gambe. Stando alle indagini del pm di Milano Luca Poniz, il gruppo dei «Guerrieri Ultras» della Curva Sud milanista gettò in campo torce accese durante le partite Milan-Torino e Milan-Lille del 2006, proprio per intimidire la società e i suoi dirigenti e per riuscire così ad ottenere da loro biglietti gratis o a minor prezzo.
Galliani presentò una denuncia il 17 maggio del 2007, e pochi giorni dopo ci furono i 7 arresti.
Secondo l´accusa, gli ultrà avrebbero cercato di intimidire la società anche con telefonate e messaggi pesanti nei confronti dei dirigenti, minacciando di creare disordini durante i match o provando a sfondare i cancelli dello stadio.
Il Milan, parte civile e rappresentato dall´avvocato Edda Gandossi, aveva chiesto un risarcimento proprio di 10 mila euro, equivalente all´ammenda che il club dovette versare su decisione della Figc dopo i lanci delle torce.

«RICEVUTI AD ARCORE» - Nel corso del processo le difese degli imputati hanno cercato di dimostrare che il club ha intrattenuto per anni rapporti cordiali e costanti con i gruppi ultrà e i suoi capi.
Nel dibattimento, infatti, ha testimoniato anche Giancarlo Capelli, detto «il Barone», altro storico leader della curva (assolto mesi fa dalle stesse accuse per un errore formale del gup), che ha raccontato di aver incontrato più volte Silvio Berlusconi e di essere stato ricevuto anche ad Arcore.
«Era il 2000, eravamo in cinque o sei, per noi era una cosa importante essere ricevuti ad Arcore».
Le indagini hanno fatto emergere una lotta interna fra i gruppi della tifoseria organizzata rossonera, aumentati in seguito alla nascita della nuova formazione dei «Guerrieri Ultras», (nella foto) dopo lo scioglimento della «Fossa dei Leoni».

Fonte: Corriere della Sera

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