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CIAO "BIGHERO", ALFIERE ROSSOBLU' DELL'A.C. SAN MINIATO

12-03-2021 06:25 - News Generiche
Una bandiera dei tempi d'oro del calcio sanminiatese ha salutato tutti.
Se n'è andato all'età di 80 anni Franco Taddei, al secolo Bighero, un grande calciatore della formazione rossoblù, dell'A.C. San Miniato, di quella forte squadra che, negli anni Sessanta, giocava al Santa Maria al Fortino, vale a dire al “Poggetto”.
Oggi, quello storico campo da gioco non c'è più e, parafrasando il “Ragazzo della via Gluck” di Adriano Celentano, verrebbe da dire: là dove c'era la mitica arena del calcio sanminiatese, oggi c'è un istituto superiore, frequentato da centinaia di giovani.
Cambiano i tempi ma, certe figure storiche e certi ricordi restano indelebili.
Franco Taddei è stato ricordato dal giornalista Franco Polidori sul sito Territorio Valdarno Inferiore.
Polidori lo ha rammentato pure come un grande lavoratore ed appassionato cacciatore.
Gli amici di Bighero, lo chiamavano anche Jimmy, per il suo carattere amichevole anche se, quando giocava a calcio, poteva sembrare un burbero.
Il giornalista Franco Polidori ricorda: “Mio padre Giorgio, grande amico di Bibino, il cavalier Luigi Gallerini e di Alfredo Ulivieri, mi portava sempre a vedere le partite del San Miniato. Bighero era un duro in campo, sapeva come fare, ragionava da capitano e molte volte si faceva assegnare rigori, anche quelli inesistenti.
Da una sua rimessa laterale partiva sempre l'azione vincente preludio al gol.
Rimessa lunga di Bighero, il centravanti Marchetti con la nuca allungava verso sinistra dove c'era Giacomo Risorti. Il suo sinistro micidiale, fortissimo, gonfiava la rete della porta ospite. Quante volte quell'azione è stata ripetuta, quanti gol, e quanti rigori assegnati al San Miniato dopo le vibranti proteste di Bighero.
Con le braccia messe all'indietro, urlava al direttore di gara che se non avesse assegnato il rigore, lui come capitano non avrebbe assicurato l'incolumità del direttore di gara a fine partita. Bighero era anche questo. Anche quando faceva un vistoso fallo a un avversario, diceva all'arbitro che era inciampato da solo.
Non lo aveva toccato e né sfiorato e quando trovava avversari della sua stazza, li intimoriva sempre. Grande Bighero!”.
Era sterrato, quel campo sanminiatese, che si trovava davanti al vecchio liceo scientifico.
Bighero giocava da stopper: toccava a lui il centravanti avversario. Ma Bighero si spingeva anche in avanti, facendo valere le sue doti fisiche. Le gesta di quella squadra resteranno indelebili, come il ricordo del mitico Bighero, alfiere di un calcio d'altri tempi.

Marco Lepri


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