GIOVEDI´ GRASSO: I COROLLI, SAPORI DI IERI
19-02-2009 - News Generiche
Una volta si facevano in casa, con parsimonia, unico dolce di carnevale.
Con farina, zucchero, uova, lievito, semini di anice e un bicchierino di "Strega".
Li chiamavano corolli (nella foto), perchè di forma circolare, come la corolla di un fiore.
Un fiore dolce, profumato, cotto nel forno a legna, dopo un impasto attento e preciso, fatto in silenzio, quasi religioso.
Nelle fredde serate di febbraio era una tradizione, davanti al camino acceso, seduti sul "canto" (una specie di panchina in mattoni che delimitava il camino), si viveva la festa.
I corolli: se ne mangiava un pezzetto per uno, senza spreco, neanche di briciole.
Fuori l´aria ghiacciata che sapeva di neve si addolciva con il profumo di cose buonne e dell´allegria di grandi e piccini. (P.B.)
Con farina, zucchero, uova, lievito, semini di anice e un bicchierino di "Strega".
Li chiamavano corolli (nella foto), perchè di forma circolare, come la corolla di un fiore.
Un fiore dolce, profumato, cotto nel forno a legna, dopo un impasto attento e preciso, fatto in silenzio, quasi religioso.
Nelle fredde serate di febbraio era una tradizione, davanti al camino acceso, seduti sul "canto" (una specie di panchina in mattoni che delimitava il camino), si viveva la festa.
I corolli: se ne mangiava un pezzetto per uno, senza spreco, neanche di briciole.
Fuori l´aria ghiacciata che sapeva di neve si addolciva con il profumo di cose buonne e dell´allegria di grandi e piccini. (P.B.)
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