LA CASINA

Una cornice verde delimita lo spazio della casina di legno, la protegge e la esalta.

Costruita vicino al noce al riparo dei suoi rami frondosi è stata per un lungo periodo, luogo di svago e di gioco fantastico.

Poggiata su pali di ferro è rialzata da terra e una piccola scala conduce a un terrazzino, su cui si affaccia la porta di ingresso e una finestra, mentre l’altra si apre proprio di fronte al noce.

L’interno è accogliente e abbastanza spazioso per almeno due o tre bambini.

Ci sono due sedie, un piccolo tavolo e un paio di mobiletti, una cucina in miniatura arricchita da stoviglie di ogni genere.

Una volta dentro ci si può dimenticare di ciò che avviene fuori e dare sfogo a tutta la fantasia di cui solo i bambini sono capaci.

Si può cucinare, apparecchiare e servire in tavola, ci si può affacciare alle finestre e lasciar correre lo sguardo sul viottolo che, polveroso, porta ai campi, oppure ammirare i filari di viti e, perfino sbirciare dentro le case dei vicini…

Bella la casina soprattutto d’estate, quando le giornate non finiscono mai e tanto è il tempo da trascorrere dentro, perché il sole si fa insopportabile, mentre la brezza pettina l’erba e fruga fra le foglie.

Si sentono le voci mescolate al frinire delle cicale e al “ciottolio” delle stoviglie, suoni dell’infanzia spensierata che sembrano non finire mai. Improvvisa arriva la fine, l’estate cede il passo all’autunno, sulle finestre ormai chiuse si posa un leggero strato di polvere, e tutto copre.

La campagna si addormenta.

E, poi, nelle sere d’inverno, tutto tace, mentre le stelle puntini luminosi adagiati contro il blu del cielo sembrano guardarci.

Ce n’è una più luminosa, un bagliore vivo che cerca e piano piano si avvicina, sfiora il tetto della casina e, intorno, tutto si illumina d’argento.