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LIVORNO-VERONA: DUE FERITI. SCONTRI FUORI DALLO STADIO

10-12-2011 10:56 - News Generiche
Questo articolo dovevamo pubblicarlo prima e ce ne scusiamo coi frequentatori del nostro sito per il ritardo. Comunque... Gli ospiti sono scesi dai pullman sul viale Italia e hanno cercato di forzare il cordone.
Un agente ferito, un tifoso del Verona medicato alla testa dopo aver preso una manganellata. Tre macchine distrutte, cori, sfottò, braccia tese contro pugni chiusi, tricolori col fascio e bandiere rosse con la falce e il martello. Ma soprattutto una tensione che è rimasta alta per tutta la giornata con due picchi: l´arrivo dei tifosi veronesi nella zona dello stadio (nella foto) con il faccia a faccia evitato di un soffio con un centinaio di amaranto appostati lungo il viale Italia e poco dopo all´ingresso dell´Armando Picchi quando i supporter gialloblù hanno cercato di forzare il cordone della polizia ricevendo in cambio un paio di cariche e qualche manganellata.
«Rossi di m..., voi siete rossi di m...» cantano i gialloblù. «Veronesi tutti appesi», è la risposta dei padroni di casa.
Livorno-Verona era una partita a rischio e si è dimostrata tale.
In settecento ieri mattina sono partiti dal Veneto per raggiungere la Toscana. A Livorno, invece, sono stati ospitati ultrà da Marsiglia e Atene e per l´occassione, intorno al Picchi, si è rivisto anche qualche volto conosciuto ai tempi delle Bal.
«Bruceremo la città», avevano minacciato su alcuni forum riservati ai tifosi dell´Hellas per far alzare ulteriormente il livello di guardia. Al centro della rivalità gli ideali politici opposti, precedenti nei quali si erano verificati scontri, arresti e denunce. Per non parlare dell´antipatia dichiarata tra il tecnico Andrea Mandorlini e la tifoseria amaranto.  
Ecco perché nonostante l´Osservatorio del Ministero avesse dato l´ok alla trasferta, il servizio d´ordine ha ricordato quello degli anni in cui lo stadio veniva blindato.
Duecentocinquanta tra agenti e militari, il doppio rispetto a una gara normale, centoventi steward tra i quali una ventina arrivati dal Veneto e la curva sud chiusa ai padroni di casa.
La parola d´ordine: evitare che le due tifoserie vengano a contatto. Sono da poco passate le 14 quando arrivano i primi veronesi: sono un centinaio divisi tra macchine e un pullman.
«Questi sono quelli tranquilli», spiega un carabinieri lungo via dei Pensieri. Passano pochi minuti ed ecco le prime notizie sul resto della carovana.
«Si sono fermati davanti ai Rex e vogliono proseguire a piedi», avvisano. La passeggiata prosegue fino all´hotel Universal: il tempo di terrorizzare alcuni passanti e capire che lo stadio è troppo lontano e decidere di risalire a bordo.
Quando i pullman arrivano all´altezza della Baracchina rossa i tifosi livornesi sono tenuti al di là del cordone.
«Come mai, come mai non ci caricate mai», provocano quelli dell´Hellas prima che una cinquantina provi a forzare il blocco.
Vola qualche manganellata. «Eravamo pochi - dice un agente - ci potevano prendere di sorpresa e non so come sarebbe andata».
Invece il serpentone scorre fino allo stadio. Altra carica.
Durante la partita si sparge la voce che le due tifoserie si siano date appuntamento sul lungomare più tardi. «Vi aspettiamo fuori». Alle 18 i settecento escono dallo stadio. «Cambiamo percorso», spiegano dalla Questura. Si passa da Ardenza terra.
L´ultimo sospiro è davanti ai cimiteri quando un braccio teso esce da un finestrino. «Fascista di m..» urla un signore con la camicia a quadri. (Fonte: Il Tirreno-Livorno).

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