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PALAENGELS: CHE BRUTTO AMBIENTE

11-03-2010 - News Generiche
Mercoledì pomeriggio 10 Marzo ore 19 circa: arriviamo a Città di Castello, ridente cittadina, così si dice in gergo, ma non possiamo ammirarla, vista l´ora e pure il tempo - già, un tempo da lupi - fa molto freddo, per la strada abbiamo trovato un bel pò di neve ammucchiata ai bordi della carreggiata.
Nonostante il clima ancora molto invernale, il mio viaggio d´andata è stata una confortevole "scorrazzata" con la macchina di Marco Bonucci e sua moglie Cristina in cui abbiamo ingannato il tempo con lunghe disquisizioni.
Vista l´ora andiamo a rifocillarci lo stomaco in un locale vicino al Palaengels, la partita della Codyeco Lupi inizierà alle 20,30.
Entriamo nell´impianto sportivo e, passata la biglietteria, costituita da un tavolino con due addetti al servizio, ci troviamo praticamente in campo!!
C´è un´unica tribuna, a ridosso dell´area di gioco, con le panchine dei giocatori a due metri dagli spalt. Lo trovo un pò imbarazzante, durante i time-out gli allenatori non saranno tutelati nella privacy dei loro 30 secondi, però almeno il soffitto, rispetto a Reggio Emilia, qui è alto.
Manca ancora una buona mezz´ora all´inizio del match, il palazzetto nononstante sia mercoledì sembra gremirsi di persone, la sensazione che avverto è quella di essere ai grandi magazzini in un giorno festivo (dove evito sempre di andare), c´è un via vai di persone, tantissime bambine intorno ai 5-6 anni che corrono da una parte all´altra della tribuna, ce n´è una quantità enorme rispetto ad altri palazzetti, il vociferare delle persone è continuo e molto rumoroso, non c´è il solito clima d´attesa movimentato ma pacato, l´impressione è che molte persone siano lì per non sapere dove altro andare o perchè questo, penso, è il loro punto di ritrovo.
Inizia la partita, i "Lupi" partono bene, il match è bello perchè è subito partita vera. Passa avanti Città di Castello, poi con un parziale di 8-0 andiamo verso il finale in cui portiamo a casa la prima frazione di gioco.
L´ambiente è molto "caldo", le persone continuano ad alzarsi dai rispettivi posti e il via vai è esasperante perchè non mi dà modo di vedere la partita, così con Cristina decidiamo di spostarci in un posto meno movimentato.
Mentre ad una metà del pubblico presente non interessa per niente l´andamento del match, l´altra metà diventa molto pesante ed offensiva nei confronti dei giocatori della Codyeco, ben presto il tutto si trasforma in una bolgia.
Cambio posto più volte, mi ritrovo accanto a delle donne che premdono di mira Chicco Blengini e qualche nostro giocatore, dicendogliene di tutti i colori ed è veramente pesante giocare in un palazzetto gremito di persone incivili, antisportive, offensive ai massimi livelli, provocatorie, ad un certo punto mi sembra di essere a vedere una corrida piuttosto che un match di pallavolo.
A mettere la ciliegina sulla torta ci pensano i due arbitri che, solo a concerdere i time-out, vanno in confusione, proseguendo con una conduzione abbastanza scandalosa, il secondo arbitro "tampina" Chicco Blengini riprendendolo più volte perchè si avvicinava troppo al campo, Baldaccini è ammonito (sicuramente per proteste) e, vista la conduzione, sicuramente avrà avuto ragione.
La conclusione è che questa partita l´abbiamo giocata in un girone infernale; sarà anche vero che alcuni tifosi dei "Lupi" non brillano di sportività e che a volte possono essere anche offensivi, cosa che entro certi limiti rientra nell´essere tifoso di una squadra, ma non è pensabile assistere ad uno "spettacolo" come quello che ho visto io stasera.
Penso anche che la struttura del Palaengels sia improponibile per un campionato di A2, non è possibile arrivare da avversario in un ambiente del genere, dove le persone montano quasi sulla testa dei giocatori gridandogliene di tutti i colori: che bello avere il PalaParenti!
Credo che se ritornerò a Città di Castello sarà per visitare i luoghi e non andrò in pasto ad un popolo diincivili!


Nella foto di Marco Bonucci: la panchina della Codyeco col pubblico a ridosso a conferma dell´insufficienza di un ambiente difficile.



Fonte: Diana Fiorini

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