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QUEI DERBY A CAVALLO TRA NELLO E VIVALDO

27-08-2021 06:02 - News Generiche
Quasi tutte le città toscane sono divise in due, dal punto di vista geografico o sociale.
A Pisa c'è la storica separazione fra Tramontana e Mezzogiorno, Montanelli a proposito della sua Fucecchio citava la spaccatura fra “Insuesi“ e Ingiuesi” e così via. Nella città termale fino a qualche anno fa la divisione era tutta particolare.
Da una parte i “Belleiani” e dall'altra i “Vivaldiani”. Tradotto i fans di Nello Bellei contro quelli di Vivaldo Baldi, due dei più grandi driver della storia del nostro trotto.
Una declinazione della storica rivalità fra Coppi e Bartali in una città in cui il cavallo è da sempre al centro della passione e fa parte del Dna, visto che uno dei primi stabilimenti fu il “Bagno dei cavalli” dove i nobili di Firenze mandavano a curare i loro destrieri quando avevano qualche acciacco.
Una rivalità, quella fra “Belleiai” e “Vivaldiani”, fatta anche e soprattutto di sfottò e aneddoti che avrebbero potuto entrare benissimo nella sceneggiatura di “Febbre da cavallo”. Ora, per non disperdere tutto questo passato che fa parte a pieno titolo della storia cittadina, l'associazione “Il cavallo e l'Uomo”, ha organizzato alle Terme Tamerici un incontro proprio per raccontare curiosità, aneddoti, retroscena di quella storica rivalità.
Naturalmente cominciando da figli e nipoti, che come da tradizione ippica, hanno continuato, con successo l'attività dei capostipiti, come Enrico Bellei o Edoardo Baldi.
“Rivivremo la storia di tre generazioni di montecatinesi e di due grandi uomini, amici e rivali che per oltre quarant'anni hanno infiammato le tribune del Sesana. In città non si parlava d'altro. Ogni corsa con loro due in gara fosse un gran premio o una prova per puledri diventava un Derby, oggetto di discussioni infinite nei bar dove si ritrovavano gli appassionati, che andavano avanti ben oltre l'orario di chiusura”, spiega il presidente dell'associazione Alessandro Bracali, ex allibratore in arte Arillo.
Due storie diverse, quelle dei Bellei e Vivaldo Baldi, ma anche uguali. Nel senso che entrambi sono stati unici e indimenticabili.
Due colonne della nostra ippica. Nello Bellei era nato a Modena, ma dopo il ginnasio, salì su un carro bestiame per Firenze con i suoi tre cavalli. Sceso alla stazione di Santa Maria Novella attaccò uno dei trottatori alla “ghighella”, il sulky che si una sin allenamento, mentre con una mano teneva le redini degli altri due e si avviò verso l'ippodromo de Le Mulina.
Vivaldo invece era praticamente nato in mezzo ai cavalli, discendente da una storica dinastia di guidatori, quella dei Baldi.
Suo padre Omero, dello Cincerina, fu uno dei maggiori allenatori e guidatori tra le due guerre.
Dal padre Vivaldo aveva preso e moltiplicato l'astuzia e la fantasia in pista. Cincerina fu anche maestro di Bellei, che per un periodo fu seconda guida della scuderia dei Baldi.
Alla vigilia di un gran premio a Modena, Vivaldo, che avrebbe dovuto guidare il favorito Checco Prà, ebbe un'indisposizione e allora Omero chiamò Nello e gli disse: “Domenica c'è il Ghirlandina, il cavallo te lo do io, te vai in pista e non ti provare a perdere!”.
Una delle tante storie dell'ippica che per un pomeriggio rivivranno alle Terme Tamerici.
Perchè nella città termale non ci si chiedeva se “E' più forte Maradona o Pelè”, ma si diceva “Scappa Nello!”, oppure “Vieni via Vivaldo”.

Fonte: Gabrilele Galligani – La Nazione

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