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QUEI VEGLIONI DI TANTI ANNI FA

31-12-2021 06:30 - News Generiche
La sarta cominciava subito dopo la festa della Madonna, a prendere le misure, a tagliare, a cucire, a provare, spesso anche tre volte.
Era così che nasceva il vestito del veglione dell’ultimo dell’anno, vestito, rigorosamente sartoriale e quasi sempre, impreziosito di perline o pietre di altro genere.
Il tuo mamma era di cady di seta, stoffa elegante, color nero, senza maniche, di linea dritta, abbellito di pietre, che formavano un disegno sul davanti. Indossavi un cappotto di colore verde petrolio con una stola di visone marrone chiaro. Come eri bella mamma!
D’obbligo le famose acconciature. Ore lunghissime dalla parrucchiera da dove uscivano teste cotonate, capelli raccolti e tanta, tanta lacca, perché nemmeno un capello si doveva muovere.
Per la serata avevate scelto l’Hotel California a Pisa. Andaste insieme agli zii, alla loro figlia maggiore, con un vestito di chiffon azzurro con pietrine in tono, ad amici giovanotti e ragazze e conoscenti. Un’allegra compagnia. Fu un ultimo dell’anno speciale.
Io e te, cara cugina, invece rimanemmo a casa, ma assistemmo a tutti i preparativi, senza perderci niente.
Vi seguivamo con occhi attenti, forse un po' invidiosi, ma la serata sarebbe proseguita anche per noi da nonna Maria. Era il 31 dicembre 1967.
Altri invece andavano in uno sfavillante Hotel Tettuccio a Montecatini e, anche, in quelle occasioni, ci accontentavamo dei racconti ricchi di particolari di ogni genere.
Arrivò, poi, il 1972 e per l’occasione fu scelto il Grand Hotel Royal di Viareggio.
Voi, care amiche, avevate 16 e 17 anni. Noi, come al solito, a casa.
Erano belli pure i veglioni al Circolo Sportivo Santacrocese, dove alcuni soci si ritrovavano per giocare a carte e per le ricorrenze, come carnevale e il 31 dicembre, si organizzavano delle bellissime feste.
Alcuni giovani “di paese”, proponevano brani del momento, come Hot love dei T. Rex e Immigrant song dei Led Zeppelin; si ballava e si cenava. Era il 31 dicembre 1971.
Intanto fuori, allo scoccare della mezzanotte, si aprivano le finestre e venivano lanciati vecchi piatti, secondo tradizione.
L’indomani il centro era un cumulo di cocci. L’anno vecchio se n’era andato, lasciando il posto a quello nuovo, senza botti, né petardi.
Ci si divertiva in assoluta sicurezza, con trombette, cappellini e stelle filanti, accompagnati dai fatidici “trenini” e da gioiose sambe.

Patrizia Bianconi

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