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VIZI E VIRTÙ DELLA VERSILIA

08-08-2025 06:15 - News Generiche
Da sempre le cime delle Alpi Apuane sono state oggetto di interesse escursionistico e paesaggistico, ma mai si era arrivati a tanto.
Da lassù si vedeva il mare e la Versilia che stava diventando un luogo di richiamo, grazie a Gabriele D'Annunzio, i Vate degli italiani, cantore di tamerici e lunghe cavalcate.
Nacque allora l'idea, diventata realtà, di trasportare su di un pallone areostatico, connesso a un cavo d'acciaio, facoltosi ospiti, re e regine in vacanza sulla costa.
Era il 28 agosto del 1910, tre mesi dopo l'inaugurazione, una tempesta distrusse tutto.
Da allora la storia della Versilia è stata ricca di eventi mondani, di gente di spettacolo e personaggi famosi.
L'ascesa economica pareggiò i conti, offrendo a una classe media sempre più affermata, la possibilità di vivere il meritato riposo estivo fianco a fianco di questo o quell'attore.
Concerti, calici di bollicine al tramonto, incontri al Caffè della Versiliana, condotti da un Romano Battaglia sempre più preparato e cene, erano una ghiotta occasione per le chiacchiere estive sotto gli ombrelloni.
Nel frattempo i cosiddetti "salotti" sulla spiaggia sono diventati tende, oggi dotate di ogni confort: lettini con morbidi materassini in stoffa e drappeggi ai lati, da sciogliere o legare secondo le esigenze.
E le cene, quelle sui bagni, per l'occasione rivestiti a festa e allietati da musica live.
I piedi nudi sulla sabbia fredda si muovevano accompagnando il ritmo, cercando un po' di calore fra le pieghe dei lunghi abiti, luci e lustrini come gemme nella notte.
E ancora musica nei locali e nelle ville. Fino ad arrivare al boat party dello scorso 19 luglio.
Si è trattato di una festa sull'acqua. Un gruppo di yacht, motoscafi, gommoni e moto d'acqua si è radunato poco oltre le boe, per passare ore a ballare e a divertirsi a ritmo di musica a largo della costa versiliese.
Nessun giudizio in merito. La bellezza di questa striscia di terra merita un silenzioso rispetto, e se è vero che la storia siamo noi e ci appartiene, facciamone buon uso.

Patrizia Bianconi