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MAESTRO ROBY: "FINIRA' E TORNEREMO A CANTARE"

28-03-2020 06:28 - News Generiche
Ha terminato il suo lavoro mercoledì scorso, dopo aver effettuato una consegna alla Poliworld, salutando il conosciuto Kojak, presidente in pectore, dei “Greggi alla rete”.
Da pochi istanti eravamo in contatto telefonico col Maestro Roby (foto), al secolo Roberto Filippetti.
Ah, un momento, prego. Oggi sono in tanti a chiamarlo Maestro – e la cosa ci fa piacere – ma, il primo a definirlo (pubblicamente) così, fu chi scrive, nella seconda metà degli anni Ottanta, sulle colonne del quotidiano La Nazione. Ci teniamo a dirlo.
Erano i giorni in cui lui, il Maestro Roby, dedicava le sue canzoni alla “piccola fata”, una ragazzina bionda dai capelli lunghi, militante nella locale squadra di pallavolo ed oggi, donna matura ed affermata, alla guida di un comune della provincia di Firenze. La canzone si intitolava: Simona. Di più non aggiungiamo; abbiamo già detto troppo.
Il Maestro sorride compiaciuto. Lo avvertiamo bene mentre stiamo conversando telefonicamente.
- Maestro, come va?
“La zona industriale si è addormentata. Ora stanno chiudendo tutti. Il quadro è surreale, in questa Santa Croce colpita al cuore, come tutti noi”.
- Quale canzone canterebbe in questo momento?
“Città vuota di Mina, che in questi giorni ha compiuto 80 anni, oppure Tutta mia la città dell'Equipe 84, vecchi successi degli anni Sessanta. Ma potrei cantare anche Se bruciasse la città di Massimo Ranieri”.
- Non esageri, Maestro.
“Soltanto in caso metaforico. Da te, da te, da te, io tornerei...”.
- Dove tornerebbe?
“Dal mio nuovo amore, in una località della Valdinievole. E' una ragazza di 25 anni”.
- E lei Maestro quanti anni ha?
“Cinquantaquattro”.
- Ed a 54 anni si è innamorato di una ragazza di 25?
“L'amore non ha età. Come le mie canzoni, del resto. In questi giorni sto approntando un nuovo lavoro. Oggi il mio cuore è là. Ma sono bloccato qui, come tutti. Convengo sia giusto restare in casa, per il bene nostro e quello comune. La situazione ce lo impone. Restiamo impotenti, ma in questo momento siamo tutti sulla stessa barca. Si doveva intervenire subito, invece abbiamo traccheggiato. Non sono un politico ma voglio dire che l'Europa mi ha deluso. Una mano all'Italia? Mai.
Anche il calcio doveva fermarsi prima; ma ci sono troppi interessi dappertutto”.
– Maestro, qui rischiamo di intristirci.
“Sì, torniamo alla musica ed alle canzoni”.
- Alle sue canzoni. Un suo grande successo è stato “Mi sto innamorando di te”.
“La dedicai ad Emma, una pallavolista ferrarese, qualche anno fa. La cantai a Sanremo”.
- Come a Sanremo? Si spieghi meglio.
“Davanti al teatro Ariston, per le riprese di Daniele Papini per il servizio di Maurizio Zini, pubblicate successivamente in rete e molto apprezzate da tante persone.
C'era un bel movimento quel giorno nella città del Festival”.
- Allora, diciamoIo pure...alla santacrocese. Lei, quel giorno, “fece gente”?
“Proprio così. Anch'io ho cantato a Sanremo, seppure a modo mio”.
- E l'ultima esibizione in loco, a quando risale?
“In gennaio, alla Contrada San Pierino, fu un trionfo. Il mese precedente ero stato ospite dei “Greggi alla rete”, ai Canottieri, per una serata ad alto livello, dopo la pericolosa piena di poche settimane prima”.
- Prossimi appuntamenti?
“E' presto per dirlo. Dobbiamo uscire dal tunnel. Faccio un plauso ai medici, agli infermieri, a tutti coloro che si prodigano: sono loro i nostri eroi. Da credente, prego affinché la nostra vita torni alla normalità. Poi tornerò ad esibirmi con rinnovato entusiasmo”.
- Cosa ci canterà, Maestro?
“Il meglio del mio repertorio con brani che sanno divertire e trascinare”.
- Tipo?
“Felicità di Al Bano e Romina. Ce n'è proprio bisogno”.

Lemar


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