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"CANTO LIBERO", BATTISTI E MOGOL

28-08-2025 06:15 - News Generiche
Come tutte le storie anche quella di Lucio Battisti non fa eccezione: è destinata a scorrere con noi e dopo di noi.
Una storia, che seppur breve, ha lasciato nel mondo della musica un'impronta così profonda da far tremare la terra.
Ce l'ha dimostrato lo spettacolo “Canto libero” (foto) in scena alla Versiliana, lunedì 18 agosto, quando un pubblico oceanico ha applaudito, ballato e richiesto alcuni brani di quella lunga serie di successi senza tempo.
Sul palco, un ensemble di musicisti affiatati e ben rodati nel corso di lunghe carriere, con il risultato di uno spettacolo studiato nei minimi dettagli, dove nulla è lasciato al caso, con arrangiamenti curatissimi, dinamiche, scenografie e videoproiezioni.
Canzoni di oltre mezzo secolo fa, estremamente attuali per il contenuto e l'arrangiamento musicale, canzoni che cantano l'amore, la libertà, ma che soprattutto fanno sognare. Con parole semplici, ma di grande effetto, hanno suggellato tanti dei bei momenti della nostra adolescenza.
Estate 1971 “Pensieri e parole”, il mangiadischi di Sandra rischiò di rompersi, da quanto venne usato e noi, quasi afone a furia di cantare, così come con “La collina dei ciliegi”, urlata a squarciagola mentre il pullman scendeva da San Miniato, guidato dal Turi, sempre più intraprendente e spericolato, curva dopo curva senza quasi toccare il freno.
Sembrava di volare, mentre dai finestrini aperti, entrava l'aria calda di maggio e il profumo delle rose.
E poi la gita lunga sulla costa amalfitana, un privilegio per voi ed a noi non concesso; la festa del Guerrini e gli esami di maturità.
Ed alla Versiliana abbiamo cantato di nuovo, alzato le braccia, con le mani aperte verso la notte nera e ci siamo sentiti un po' più giovani, ma con qualche ruga in più, lo sguardo lucido e la voglia di tenere strette, insieme alle canzoni, le nostre emozioni più belle.
Quelle mai sopite, quelle che basta una strofa e le percussioni di una batteria per tornare a galla, "per tornare a “viaggiare", quelle che ci ricordano la bellezza degli anni andati e la fortuna che abbiamo avuto ad averli vissuti.

Patrizia Bianconi