26 Aprile 2024
curiosità

Forte dei Marmi di una volta

Forte dei Marmi, fino alla metà degli anni Cinquanta, non si era conquistata alcun fascino mondano.
Era una striscia di sabbia lunga, bordate dalle rocce aguzze delle Apuane.
Nei giorni limpidi da sotto l'ombrellone ti sembrava di poterle toccare, ma l'incanto non pareggiava l'assenza di posti alla moda, di gente alla moda, la farandola che dall'inizio del secolo brillava a Viareggio.
Il Forte era selvatico, caro alla gente strana, artisti, pittori, poeti.
Non c'era quasi nulla: un vecchio bar, una botteguccia di calzolaio che intrecciava sandali, un fornaio che vendeva focaccine intrise di olio, il biciclettaio.
Ma c'erano gli Agnelli, e la loro villa era incastonata nella pineta dove avevano cavalcato nudi D'Annunzio e la Duse, un sogno di marzapane rosa con le persiane verdi.
Per andare in spiaggia, la famiglia aveva fatto costruire un sottopassaggio. C'erano dal '26, ma fu con le prime avvisagli del boom che Villa Agnelli diventò una calamita per i loro simili e per chi sperava di diventarlo.
E mentre le spiagge private diventavano stabilimenti balneari, l'alveare di stradine dietro la villa divenne l'oggetto del desiderio per le nuove fortune.
Quelle più informate, più avvedute, quelle che intendevano far sposare bene le figlie e far crescere gli affari sorseggiando Negroni ai tavoli della Capannina di Franceschi, sfidandosi in doppio al Tennis Roma.
A mano a mano che si consolidava la stella di Forte dei Marmi, il mito di Viareggio si afflosciava, i villini liberty venivano divisi i in appartamentini modesti, sparivano dalla Passeggiata le insegne più prestigiose, si moltiplicavano le file di ombrelloni nei bagni e la calca della domenica si faceva fitta di impiegatucci, donne di servizio, famigliole che leccavano il Mottarello.

(Brano tratto dal libro Magnifica creatura di Antonella Boralevi)

Nella foto: esterno della Capannina negli anni Sessanta.

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