FRUTTI DI STAGIONE: IL NOCE
28-10-2022 06:00 - News Generiche
Il noce era proprio all'inizio del viottolo, da lì in poi, una stradina sterrata che conduceva ai campi, prima la capanna degli attrezzi, la casa e l'aia.
Patrizia Bianconi
Appariva forte e robusto, il tronco rugoso reggeva grossi rami, che da primavera fino ad autunno inoltrato si riempivano di foglie.
D'estate, quando il caldo si faceva insopportabile, ci sedevamo spesso all'ombra e aspettavamo pazienti di riprendere i nostri giochi.
Verso la metà di ottobre le foglie cominciavano a ingiallirsi e grosse noci, coperte dal mallo, spuntavano birichine fra i rami, pronte per cadere o per essere raccolte. Nonno Natale appoggiava al tronco una scala di legno e agile saliva senza indugio.
Aveva un cesto di vimini dove metteva con cura tutte le noci che riusciva a cogliere.
A noi lasciava prendere quelle che erano finite fra l'erba e le fenditure delle radici, ai piedi dell'albero.
Era una gara a chi ne trovava di più, con le mani impiastrate di terra ce le litigavamo e poi lo scricchiolio dei ramoscelli sotto i piedi, il fruscio di un animale spaventato e, nel cielo, i garriti delle rondini in partenza.
Saltavamo festose intorno al noce, assaporando i gustosi frutti, preziosa provvista per l'inverno, dopo che nonna Maria le avrebbe messe al sole, per togliere l'umidità e renderle più conservabili.
Noci mangiate con il pane a merenda, noci nel castagnaccio con l'uvetta e un pizzico di ramerino, noci qualche volte usate per i cantuccini.Erano giorni di luce opaca, umida di nebbia, di tramonti improvvisi.
Cadevano le foglie, una ad una si salutavano e, lente, si trasformavano in un soffice tappeto dai colori sfumati.
I rami diventavano, allora nudi, le giornate corte, fredde e bizzose.
Dalla finestra della cucina, fra i vetri appannati, guardavamo il noce ormai solo e silenzioso.
Tutto intorno sembrava immobile pronto per il riposo invernale, che lento sarebbe sceso. Patrizia Bianconi
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