GIOCHI D'ESTATE
04-06-2022 06:05 - News Generiche
								Nel crepuscolo di quelle lunghe e assolate giornate di giugno cominciava la conta per giocare a rimpiattino. 
E, mentre una di noi contava, gli altri si disperdevano veloci, nascondendosi dietro le auto (poche), fra le siepi dei giardini, sotto le scale o dietro ai cancelli. 
Poi, finita la conta, calava il silenzio, attraversato dai garriti delle rondini e interrotto solo dalle corse per arrivare alla “bomba” e, l'ultimo, liberava tutti.
Il buio arrivava lento, un caldo tappeto a coprire i nostri corpi sudati. 
Dalle finestre aperte delle nostre case, uscivano fiotti di luce, che a malapena illuminavano la strada senza lampioni. 
Cominciavamo, allora, a guardare verso il cielo, presto si sarebbe riempito di minuscoli puntini luminosi, che scivolavano giù per poi nascondersi ovunque: le lucciole. 
Eccoci correre a perdifiato, fra viottoli sterrati, inghiottite dai campi di grano maturo, a saltar le fosse, poco importava se ci sbucciavamo o inciampavamo, fra l'ortica o i rovi. Niente sembrava fermarci. 
Capelli e vestiti al vento, sandali polverosi e mani pronte ad afferrare quei piccoli insetti, che nella notte volavano senza meta. 
L'aria sapeva di terra, di erba, di menta. Le nostre voci rimbalzavano fra i rami frondosi e profumati dei tigli e si confondevano con il cri-cri dei grilli, mentre i nostri occhi, ormai abituati al buio, si smarrivano nell'incanto di quelle scie, che le nostre mani avide sparpagliavano e catturavano.
Tornavamo a casa in fila indiana, attente a non lasciar fuggire il prezioso bottino. 
Avremmo sistemato le povere lucciole sotto un bicchiere, la mattina successiva trovavamo una o due monete, regalo prezioso dell'insetto, che nel frattempo era stato liberato a nostra insaputa, dalla mamma. 
Patrizia Bianconi
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