IL LEADER ROBERTO MANCINI

Prima da calciatore, Roberto Mancini scompaginava le difese con un tocco, secco e definitivo, si involava in porta e creava distillati di bellezza. Oggi c.t. degli azzurri, ci fa volare insieme ai suoi ragazzi, inanellando una vittoria dopo l'altra fino ad arrivare alla finalissima.
Una partita dietro l'altra, ogni volta una vittoria che lentamente ha alimentato in ciascuno la convinzione di poter arrivare a Wembley.

E quello che sembrava un sogno folle è diventato oggi una realtà solida.
Mancini e la sua squadra, la sua determinazione, il suo coraggio. Di allenamenti consapevoli e mirati, con l'obiettivo di arrivare a Wembley, sfruttando al meglio le potenzialità e le capacità di ognuno.

E poi il gruppo, perché in una squadra di calcio non c'è solo il gioco, ma anche un sentimento di amicizia che lo rende più forte.

Si corre insieme, si batte insieme e ci si regge su equilibri precari, alchimie misteriose, sotto gli occhi attenti di uno staff di assoluto valore. Gente di calcio cresciuta insieme (Vialli, Oriali, Salsano, Lombardo, Nuciari, Battara e altri).
Tutti in panchina, quasi a bordo campo. In attesa. Accompagnano i ragazzi con gli stessi gesti: per tornare in albergo l'ultimo a salire, come sempre, è Vialli all'inizio dell'Europeo, partendo da Coverciano, quasi se lo dimenticarono giù e da allora, il rito si ripete.

Del resto, come spiegava Eduardo – “Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male”.
E allora, via l'Europeo è qui e ora, l'azzurro come il mare di Genova, brilla davanti agli occhi di Mancini “Roberto è il capitano, il leader” ricorda l'amico e compagno Sinisa Mihajlovic. “Alla Samp faceva tutto: il presidente, l'allenatore, il giocatore, il tifoso e il rompipalle”.