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LE CASTAGNE DI MONTECASTELLO

22-10-2021 06:00 - News Generiche
Una volta l'anno, verso la fine di ottobre, andavamo a raccogliere le castagne a Montecastello.
Vi abitava, infatti, zia Emilia, la zia del mio babbo, con suo marito zio Giulio.
Zia ci aspettava sulla porta. La ricordo con il grembiule da cucina, i capelli raccolti e fermati sulla nuca con le forcine.
Prima sorridevano i suoi occhi azzurri e poi la bocca, spalancava le braccia e affondavo nel suo abbraccio.
La loro era una casa modesta, di poche stanze: appena entrati, la cucine, il salottino e la camera, che sapeva di naftalina, e una vista sul bosco piuttosto notevole a cui si accedeva da una piccola scala.
Era il bosco davanti la loro casa, per me un'immagine familiare, eppure ogni volta lo percepivo enorme.
Gli alberi mi parevano sempre troppo alti, se non c'era vento se ne stavano immobili e silenziosi, mentre il mio sguardo frugava tra i tronchi e il fogliame. Nelle zone più buie, ombre e pochi tagli di luce fra le fronde.
Rivedo i miei genitori, zia Anna e zio Bruno, chini a raccogliere le castagne. Le riponevano in enormi borse con i manici, poi le avrebbero scelte. Ce n'erano tante.
Si sentiva nel silenzio del mattino il fruscio dei nostri passi, che lenti avanzavano sul tappeto di foglie, umide di brina.
Camminavo al loro fianco, li sentivo scherzare, l'eco delle loro risate si propagava nell'aria. Li ricordo allegri e un pò affannati, mentre camminavamo sparivano le ombre e tiepidi raggi di sole cominciavano a scaldarci.
Le borse si riempivano, era un carico di gioia, che con la scusa delle castagne, ci permetteva di trascorrere una giornata con zia Emilia, purtroppo quasi sempre sola.
Affamati, poi, ritornavamo a casa. Ci accoglieva con il suo sorriso e un delizioso profumo di coniglio in umido con tanto di pastasciutta. Riempivamo il salottino di voci e lei ci ascoltava felice.
Le lasciavamo un po' di castagne, che quasi sempre rifiutava.
Babbo avrebbe cotto le castagne, lessandole con i semi del finocchio. Era un'usanza della festa di tutti i Santi, quando il proverbio ci ricordava che “per tutti i Santi, scarpe e guanti”.
L'autunno di una volta era piuttosto freddo, un preludio all'inverno che sarebbe arrivato di lì a poco. Ghiaccio e rigoroso.

Patrizia Bianconi


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