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LE EMOZIONI DEL PRIMO MEMORIAL FABRIZIO NASSI

22-09-2022 06:03 - News Generiche
A proposito del Primo Memorial Fabrizio Nassi. E' stato difficile, anche sforzandomi, trovare dei nomi di assenti fra quelli che ho visto (nessuno che non conoscessi) e quanti ho saputo fossero presenti.
Assenze presumo, fisiologiche. Mi ha impressionato la massiccia e convinta partecipazione.
Credo che Luca Bassi, che conoscevo solo come agente immobiliare e non come amico di Fabrizio, insieme a Fabio Innocenti ed altri, siano stati bravissimi nel coinvolgere così tante persone.
Ho poi chiamato Bassi per i doverosi e sinceri complimenti. Ma mi è venuto anche da pensare come Brizio, col suo carisma, sia come riuscito a cooptare tutti questi amici.
Carisma: in ambito sportivo, nella mia vita intorno alla pallavolo, mai una parola mi è sembrata più appropriata per sua persona.
Si è scomodato da Pescara l'over 80 Claudio Piazza, tecnico, che con Franco Ferrini, factotum, crearono con la Zoli un capolavoro sportivo.
Mi sono anche ricordato che, alla metà degli anni Settanta, procurai a Franco una sponsorizzazione per la A1 con la ditta Mobili Mazzei.
Al di là delle straordinarie doti tecniche, nella mia assidua frequentazione che ebbi con lui nei tre anni che passò a Santa Croce, apprezzai la persona Fabrizio, schivo, sobrio, leale.
Ho letto le dichiarazioni di Claudio Piazza e di Sandro Lazzeroni che, in una breve intervista rilasciata per l'occasione a Marco Lepri, sintetizzavano magistralmente le doti tecniche ed umane di Nassi.
Oltre al fumo, ahimè, ci accomunavano la passione per il cibo ed il buon vino.
Dopo cinque anni a Catania, giocò una stagione a Palermo nel 1980-81. Lì, come "Lupi", perdemmo una partita che dovevamo stravincere ma, al quinto set, lui vinse da solo.
Salutandolo nello spogliatoio, attonito io, stremato lui, mi ripromisi di portarlo a Santa Croce; dopo due anni di nuovo a Pisa, arrivò, con Fabio nel 1983-84; giocatori e allenatori.
Prevalentemente artefici della vittoria in A2, l'anno successivo furono protagonisti nell'ottenere un favoloso sesto posto nella massima serie, stagione 1984-85.
Nella seconda stagione in A1, nel girone di ritorno, il duo vide arrivare alla palestra Banti, Andrea Nannini, per sostituirli alla guida tecnica.
Brutti risultati avevano convinto la dirigenza che occorresse un cambio.
Retrocedemmo e Fabrizio e Fabio non furono riconfermati; ricordo la mia amarezza ed immagino la sua.
Trentasettenne, l'anno dopo, si tolse la soddisfazione di vincere la A2 a Spoleto e di giocare la sua ultima stagione nella massima serie.
Ci sentimmo nel 2013; lo invitavo per la celebrazione del 50esimo anniversario della Società; Declinò l'invito, "non per te, Sergio", disse. Magra consolazione.
Concludendo con questi ricordi, io non so se Fabrizio abbia potuto vedere questa "rimpatriata", così partecipata, sentita, sincera; sicuramente avrà reso commossi ed orgogliosi la moglie Anna ed il figlio oltre a coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo.

Sergio Balsotti

Nella foto di Enzo Oliveri: Claudio Piazzza (a destra) mentre ascolta Sergio Balsotti.

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