28 Marzo 2024
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NONNO NATALE

02-12-2021 06:30 - News Generiche
Lo aspettavamo seduti al tavolo di marmo della grande cucina.
Facevamo la merenda con il pane, vino e zucchero, bocca e dita appiccicose, che leccavamo rumorosamente.
Nel silenzio della cucina, interrotto soltanto dal crepitio del fuoco acceso, lo aspettavamo.
Nonno Natale era giù nella stalla a dar da mangiare alla mucca, presto sarebbe salito.
Ed ecco per le scale i suoi passi agili e decisi. Compariva sulla porta alto e magro, lo ricordo dritto e impettito.
Arrivava sorridente, cappello in testa, (Borsalino, uno per ogni occasione: domenica, giorni feriali e lavoro nei campi) che non toglieva mai, nemmeno in casa, e sciarpa di lana per proteggersi dal freddo (di seta quella delle feste). Si sedeva vicino al camino e accavallava le gambe anche due volte.
Sazi del pane, ci mettevamo vicini a lui, qualcuno accanto, altri di fronte, mentre le richieste erano sempre le stesse: “Nonno raccontaci la storia di Bobo d’Antona!”, “No, quella di Tramontana” e via a discutere e lui paziente aspettava fino a che le raccontava tutte e due. Ecco che il pastore Bobo e il vento di Tramontana cominciavano nel nostro immaginario a prendere forma, mentre nonno raccontava le loro imprese con il suo modo di parlare diretto, divertente, ricco di particolari e talvolta maestoso. Sentivamo il sibilo del vento che nonno imitava alla perfezione con gesti e toni di voce diversi e fra battaglie, luoghi sperduti e povere famiglie, nell’eterna lotta fra il male e il bene, vinceva sempre il bene.
E una volta finite le storie iniziava con strofe di opere di musica classica (Verdi e Puccini), che noi non capivamo, ma ascoltavamo con piacere.
Era l’avvento, un’attesa che recitava con una filastrocca che si perdeva nel tempo, imparata dal suo babbo Francesco e che ci ripeteva con fare solenne: il primo di dicembre è Santo Sano, il due è San Nicolò che va per via, il dì 8 Concezion Santa Maria, il dì 12 vien che digiuniamo, il dì 13 è Santa Lucia, il 21 Sant’Ummè la chiesa canta e il 25 vien la Pasqua Santa.
Nonno Natale profondamente legato ai suoi affetti più cari, generosamente come era solito fare, ci ha lasciato un’eredità apparentemente semplice, fatta invece di amore declinato in tutte le sue espressioni.
E oggi più che mai, è davvero il momento, per chi lo ha amato e per chi l’amerà, di averne memoria, di farsene carico e di portarla con sé.

Patrizia Bianconi

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