28 Marzo 2024
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SANTA CROCE: TI RICORDI DEL BAR LA POSTA?

30-07-2022 06:00 - News Generiche
Qualcuno lo chiamava il bar delle donne, altri il bar delle “beate” o delle “spedite”, in pochi lo conoscevano come Bar La Posta.
Situato in pieno centro di Santa Croce sull'Arno, di fronte alla chiesa di Santa Cristiana, venne chiamato così, trovandosi vicino all'ufficio postale (oggi sede della Pro Loco e del comitato del Carnevale).
Il bar era gestito dalle sorelle Giovanna e Angiolina Pinori.
Angiolina aveva la treccia, che a un certo punto del giorno, quando per il gran da fare cominciava a disfarsi, raccoglieva, appuntandola con delle forcine, Giovanna, invece, aveva i capelli più corti, tutte e due indossavano vestiti con i bottoni sul davanti, per lo più scuri e sobri.
Il bar era costituito da due locali. Nel primo c'era il banco di vetro a cui ne seguiva un altro e proprio lì, la domenica c'era un ricco assortimento di paste della pasticceria Gaggioli e Vezzosi di Empoli.
Dietro al banco principale, si alzavano scaffali con bicchieri, tazzine e la macchina per il caffè.
Nel secondo locale, erano sistemate ad una parete, vetrine, anch'esse di vetro con le ante scorrevoli dove facevano bella mostra bottiglie di liquore, caramelle e cioccolatini e poi alcuni tavolini, per le consumazioni e per giocare a carte.
Appoggiata alla parete c'era la televisione, che specialmente alla fine degli anni Cinquanta e inizio dei Sessanta, riscuoteva un gran successo, essendo pochi coloro che l'avevano nelle proprie case. Alcuni tavolini fuori permettevano di prendere aria nelle afose sere d'estate.
Erano i tempi dei ghiaccioli, delle spume, delle merende con le mamme e con le nonne, che si intrattenevano a far due chiacchiere o a giocare a carte, gustando, appunto il tempo, assaporandone ogni momento.
Momenti che trovavano nelle piccole cose il senso della vita, ma anche della famiglia e della scuola.
Si giocava fuori davanti alla chiesa di Santa Cristiana oppure dentro, magari a carte (imitando gli adulti), si conversava, di cucito, di lavori fatti con i ferri e l'uncinetto, si guardava la televisione.
Angiolina e Giovanna, dietro il banco, erano instancabili, svelte nei movimenti, precise e attente, senza tanti fronzoli e con rigore, portavano avanti la gestione con cura. Custodivano la ricetta degli amaretti, i più buoni, quelli autentici, conservandola segretamente.
Solo con il tempo la svelarono, ma i loro rimasero nel cuore di tutti, come quelli più buoni. Elogio assoluto alla bontà.

Patrizia Bianconi

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