UN ANNO CHE SE NE VA
31-12-2025 05:40 - News Generiche
Avanza a piccoli passi, lenti e insicuri, sorretti da un bastone ormai consumato.
Ha i capelli d'argento riparati da un cappello logoro, così come il cappotto e la sciarpa avvolta al collo.
Il volto è scavato, il tempo passato si insinua in ogni ruga, resta lo sguardo, stupito, confuso, abbagliato, triste, impotente per tutto quello che ha visto. Quello sguardo che si è posato su strade d'argento, montagne innevate, spiagge assolate, bambini in fuga, macerie fumanti.
Ha asciugato lacrime e curato ferite, ha ascoltato voci, suoni, rumori, improvvisi assordanti, custoditi ora nel cuore e nella testa.
Alla meglio li ha chiusi tutti in un sacco, diventato ogni giorno più pesante e l'ha appoggiato sulle spalle. Nella notte sobbalza a ogni movimento.
Vorrebbe che quello che è dentro il sacco ci restasse per sempre e al suo posto uscisse qualcosa di diverso, magari più semplice per dare a tutti un po' di serenità.
Intanto il vecchio cammina. Da qualche parte ha già finito il suo viaggio e qui manca davvero poco.
Strane luci di tanti colori rischiarano il cielo, scie luminose come piccole comete infuocate si rincorrono nel nero d'inchiostro.
Esita. Sta cercando la casa. Un barlume in lontananza annuncia l'arrivo.
Piccole gocce di sudore imperlano la fronte gelida, la sciarpa e il cappello danno quasi fastidio.
Alza gli occhi e lo vede, un bimbo dal sorriso sincero, lo accoglie nel tepore della stanza. Il saluto è breve e carico di promesse.
La mano del vecchio trova conforto in quella morbida e calda del piccolo. Un invito alla vita, un inno alla speranza.
Patrizia Bianconi
Ha i capelli d'argento riparati da un cappello logoro, così come il cappotto e la sciarpa avvolta al collo.
Il volto è scavato, il tempo passato si insinua in ogni ruga, resta lo sguardo, stupito, confuso, abbagliato, triste, impotente per tutto quello che ha visto. Quello sguardo che si è posato su strade d'argento, montagne innevate, spiagge assolate, bambini in fuga, macerie fumanti.
Ha asciugato lacrime e curato ferite, ha ascoltato voci, suoni, rumori, improvvisi assordanti, custoditi ora nel cuore e nella testa.
Alla meglio li ha chiusi tutti in un sacco, diventato ogni giorno più pesante e l'ha appoggiato sulle spalle. Nella notte sobbalza a ogni movimento.
Vorrebbe che quello che è dentro il sacco ci restasse per sempre e al suo posto uscisse qualcosa di diverso, magari più semplice per dare a tutti un po' di serenità.
Intanto il vecchio cammina. Da qualche parte ha già finito il suo viaggio e qui manca davvero poco.
Strane luci di tanti colori rischiarano il cielo, scie luminose come piccole comete infuocate si rincorrono nel nero d'inchiostro.
Esita. Sta cercando la casa. Un barlume in lontananza annuncia l'arrivo.
Piccole gocce di sudore imperlano la fronte gelida, la sciarpa e il cappello danno quasi fastidio.
Alza gli occhi e lo vede, un bimbo dal sorriso sincero, lo accoglie nel tepore della stanza. Il saluto è breve e carico di promesse.
La mano del vecchio trova conforto in quella morbida e calda del piccolo. Un invito alla vita, un inno alla speranza.
Patrizia Bianconi
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