UN GRANDE IMPRENDITORE COL SENSO DEL SOCIALE
03-06-2025 06:20 - News Generiche
Non ha mai dimenticato le sue radici e le persone che ha avuto accanto. Sentiva il dovere di restituire parte cospicua dei dividendi del suo successo.
Ernesto (foto) era una persona profondamente buona. Mi rendo conto che nel dirlo qualcuno penserà che gli faccia un torto.
Perché la bontà fa rima con ingenuità. Non è una dote con la quale definiremmo una grande figura pubblica.
Ed è diventata, la bontà d’animo, persino una variante della debolezza umana. Imperdonabile soprattutto per chi fa impresa.
Pellegrini è stato un grande imprenditore sociale nel senso che non ha mai pensato, nemmeno per un attimo, che la propria fortuna non fosse dovuta anche e soprattutto al lavoro dei suoi collaboratori.
Ed è stato un cittadino responsabile perché ha sempre ritenuto un suo dovere aiutare chi avesse bisogno e impegnarsi a restituire alla comunità parte cospicua dei dividendi del proprio successo.
Perché senza quella comunità lui, figlio di un fruttivendolo della periferia milanese, non sarebbe diventato quello che è stato, non avrebbe raggiunto tanti traguardi industriali, finanziari, sportivi.
Ognuno di noi, qualunque sia la sua posizione, non dovrebbe mai cadere nella trappola egocentrica di illudersi di basta e a sé stesso, sentendosi magari cittadino del mondo e dimenticando le proprie radici. Purtroppo, invece, accader frequentemente.Anzi, è addirittura un vanto. Pellegrini quelle radici non solo non le aveva mai scordate, le rivendicava con orgoglio e umiltà.
L’orgoglio di essersi fatto da solo con un’abnegazione nel lavoro quasi missionaria.
Il lavoro che dà dignità e completa la formazione civica, e non le sfrutta.
E l’umiltà di sentirsi sempre in debito con gli altri, frutto chance della sua fede. Non formale, autentica, popolare.Non ha usato la sua influenza e la sua fama per accreditare i suoi progetti bensì promuovere una vasta attività filantropica.
Avesse avuto tanti imitatori, e non soltanto ammiratori di facciata, il Paese sarebbe diverso e migliore.
La sua fondazione di cui è amministratore delegato Giuseppe Orsi, ha aiutato, in undici anni di attività, oltre 15 mila persone in difficoltà. Ha intercettato le fragilità familiari individuando i segni precoci di nuova povertà ed emarginazione. Spesso di italiani che si vergognavano per la perdita di autonomia economica.
Pellegrini ha apparecchiato le mense di milioni di lavoratori italiani. Ha dedicato il proprio ristorante solidale (costo un euro, al Lorenteggio, periferia milanese) a Ruben, lo sfortunato aiutante del negozio dei suoi genitori che trovò la morte, per freddo, solo, su una panchina.
Ha dimostrato che si può crescere nelle dimensioni e innovare avendo cura di tutti i dettagli: della tecnologia all’organizzazione.
Senza dimenticare però il più importante dei dettagli, che non è un dettaglio, quello del rapporto umano.
Fonte: Ferruccio De Bortoli – Corriere della Sera
[
]
[
]

