16 Giugno 2025
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VENT'ANNI FA CI LASCIAVA VITTORIO MENICAGLI

05-06-2025 06:15 - News Generiche
Vent'anni fa, il 5 giugno 2005, ci lasciava Vittorio Menicagli. Aveva 65 anni.
Era una calda domenica di primavera. Fu Fajo a darmi quella triste notizia, telefonandomi.
Oggi voglio ricordarlo, pubblicando un mio articolo con cui chiudevo il numero unico, il così detto “Giornalino” dei “Lupi”, al termine della trionfale stagione 2004-05, quella del famoso e prestigioso double biancorosso: la conquista della Coppa Italia di A2 e la promozione in A1.
Titolo dell'articolo: Ciao Vittorio.
Eccone il testo: “Te ne sei andato in maniera brusca prendendoci tutti in contropiede. E' successo tutto in un attimo.
Un infarto fulminante ti ha messo ko e ora siamo tutti qui a parlare di te ed a ricordarti. Ma sarà dura, molto più dura, farlo quando saremo al palazzetto perché non ci sarai. Non arriverai, in estate o in inverno con tua bicicletta a tenerci compagnia, né agli allenamenti, né alle partite.
Eri troppo forte, un po' a modo tuo, anzi tutto a modo tuo, senza freni, spontaneo, pronto alla battuta, criticone, rompiscatole bonario, sempre diretto e mai falso. Se dicevi una bugia lo si capiva subito.
Eri, sei stato e rimarrai “Il Meniagli”, senza la c, che forse impreziosiva il tuo cognome. Anche te dicevi: “Ha detto il Meniagli…”.
E giù risate, battute “cazzate” a iosa, perché, quando eri in forma si rideva da matti. Tutti, senza esclusione di sorta.
Io ti ho conosciuto bene, troppo bene, meglio di tanti e forse meglio di tutti. Mi hai fatto perdere la pazienza diverse volte ma ti ho sempre perdonato perché eri fatto così.
Eri sempre all'attacco, eri sempre in partita e qui mi “grattavi dove mi prudeva”, vecchio “diavolaccio”, poiché non avevi mai mollato la presa.
Ti vantavi, a ragione, di aver visto i “Lupi” dal “campiono del prete” e dalla “palestrina” fino a ieri, vincere tutto e fare il grande slam.
C'eri sempre, a modo tuo, ma c'eri, in tutti i campionati, in trasferta e in casa anche quando andavamo a Lucca e a Montecatini a giocare le gare interne.
Quante ore abbiamo impiegato a parlare dei nostri “Lupi”? Tante, ma non eravamo mai sazi. Dopo cena andavamo a vedere gli allenamenti a Fucecchio, ai Ponticelli di Santa Maria a Monte, a volte a Staffoli con la squadra in B1 e con la società con le prospettive modeste per quei giorni.
Eri orgoglioso di essere stato uno di quelli “in prima linea” per cambiare, nel 2002, il volto della società con nuovi programmi e nuovi dirigenti.
Eri sempre schierato, mai ambiguo, mai coi piedi su due staffe e questo mi inorgogliva perché la pensavi come me, come Leo e Urbino e lottavi.
Facevi anche casino “Su Fossi” anche se allora avevi 62 anni ma non te ne fregava niente. Quando ci voleva, ci voleva…
Chi se ne frega dell'età se in ballo ci sono i “Lupi”. Eri un “lupo” che le aveva viste di tutte e su questo eri inattaccabile.
Stimavi la “Fossa” perché da tifoso sanguigno e passionale, eri un ultrà ed a “quei ragazzi della Curva”, come me, ci tenevi.
Quante partite hai visto? Quanti allenatori e giocatori ti ho presentato e hai conosciuto? Magari poi li criticavi alla tu maniera ma restavi lì, anche quando eravamo rimasti in 10 o in 15 a Staffoli a seguire i “Lupi”.
Oggi è troppo facile, come lo fu nel 1984. Quanti ricordi Vittorio, al Palalido a Miano, a Modena, a Padova, e via dicendo.
Te ne sei andato prematuramente, alla svelta, in modo brusco. Sicuramente non avrai sofferto. Mi dispiace un sacco per Maria Rosa e Alessandro.
Ci dispiace a tutti. Ti siamo vicino e ti onoreremo perché te lo meriti, anche con tutti i tuoi grandi difetti (testardo come pochi) e i tuoi pregi che, sotto sotto, li avevi ma che mascheravi, “alla Meniagli”.
La mattina correvi subito a leggere La Nazione perché volevi sapere “cosa scriveva il tu' Dottore” della Codyeco Lupi.
Talvolta, quando toccavo certi argomenti, mi dicevi: “Mi hai fatto commuovere…”. Vedevi e rivedevi le partite nostre in tivvù e aspettavi che dicessi “le bombe di mercato” e se queste non arrivavano, brontolavi me e Andrea Costanzo.
Ora il pezzo lo scrivo per te; te lo dedico, ma avrei preferito aspettare ancora molto per farlo. Purtroppo, è andata così.
Ma ti ricorderemo allegramente e ridendo, perché con te abbiamo riso e ci hai fatto ridere tanto, specialmente da quando il PalaParenti ci ha accolto a santa Croce. In tanti ti hanno conosciuto, in pochi ti abbiamo apprezzato per quello che eri.
Ti lascio, per ora, sapendo bene che avrò sicuramente ancora modo di scriverti. Ciao Vittorio. Il tu' Dottore, Marco.

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