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CAPODANNO TOSCANO

26-03-2021 06:25 - News Generiche
"Per l'Annunziata la rondine è ritornata" afferma un noto proverbio popolare che associa un evento religioso, come la celebrazione dell'Annunciazione (25 marzo), ad uno profano, come equinozio di primavera (21 marzo).
La festa dell'Annunciazione (nella foto il dipinto del Beato Angelico), coincide con l'arrivo della nuova stagione ed essa portava e porta con sé il risveglio della natura e della vita, dunque, un nuovo anno, una nuova stagione.
Da ricordare, inoltre, che, il 21 marzo si celebra la Giornata Mondiale della Poesia, istituita nel 1999, riconoscendo all'espressione poetica un ruolo privilegiato nella promozione del dialogo e della comprensione interculturale, della diversità linguistica, della comunicazione e della pace.
Per questo motivo, ha spiegato Fabrizio Mandorlini, presidente dell'Associazione Fiera del Libro Toscano, si è pensato di coniugare tutti questi aspetti in una serie di eventi aperti a tutti nella giornata di domenica 21 marzo.
L'iniziativa si è inserita nel lungo e ricco cartellone delle proposte preparate dal Consiglio Regionale della Toscana per ricordare il Capodanno Toscano.
La ricorrenza, infatti, ripristinata e rivalorizzata dal 2015 ricorda che, fino al 1749, l'anno civile in Toscana iniziava il 25 marzo, giorno in cui la Chiesa cattolica aveva collocato la festa dell'Annunciazione o, più esattamente, dell'Incarnazione.
Nel 1582, infatti, entrò in vigore il calendario gregoriano che fissava l'inizio dell'anno al 1º gennaio, ma Firenze ed altre città toscane come Lucca, Pisa, Prato e Siena, continuarono a considerare il 25 marzo come il loro Capodanno.
Ciò avvenne fino a quando, nel novembre 1749, il Granduca Francesco III di Lorena emise un decreto che fissava anche per la Toscana il 1º gennaio, uniformandosi a quanto già in vigore nel resto d'Italia e d'Europa.
E la storia, che ha condiviso il suo cammino con la bellezza dell'arte, va oltre la cronaca dei fatti e diventa parte concreta della nostra tradizione. Quella più bella, che tutti vorrebbero avere, ma per invidia, denigrano.

P.B.


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