27 Luglio 2024
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I CANTUCCINI DEL GIOVEDI' GRASSO

06-02-2024 07:00 - News Generiche
Il Carnevale arrivava festoso e allegro verso mezzogiorno del Giovedì Grasso, quando nonna Maria disponeva sul grande tavolo di marmo, gli ingredienti per fare i cantuccini.
Con il grembiule legato in vita, lo sguardo concentrato e qualche ciuffo ribelle, che le sfuggiva impertinente dalla crocchia appuntata sulla nuca, prendeva un recipiente e iniziava a mescolare la farina con lo zucchero e le uova, prima con un mestolo di legno, poi, con le mani arrossate dal freddo. Alla fine, aveva perfino, le guance sbaffate di bianco.
Lasciava lievitare la pasta, che odorava di zucchero e di burro, la copriva con un asciughino e, a parte, tritava le mandorle. Erano il tocco finale.
Subito dopo pranzo accendeva il fuoco nel piccolo forno, esterno alla casa.
Si trattava, infatti, di una costruzione, piuttosto piccola, dove si cuocevano il pane e, durante le feste, i dolci. C'era da stare attenti che la legna bruciasse lentamente, fino a diventare dei tizzoni.
A quel punto, nonna, spingeva le teglie e con l'aiuto di una pala, le collocava alla giusta distanza, perché l'impasto cuocesse, senza bruciare.
Erano dei piccoli bastoni, uno accanto all'altro.
Aspettavamo impazienti in cucina e nella silenziosa attesa si udivano il crepitio scoppiettante della legna e il gorgoglio del pentolone pieno di rape, che bolliva.
Fervevano i preparativi, dal granaio le zie portavano su, un grosso tegame di fegatelli, mentre il ciabattare di nonna ci avvisava che i cantuccini erano pronti. Nonno Natale li toglieva dalle teglie e, dopo aver atteso che raffreddassero, li tagliava con la precisione di un pasticcere.
Premiava la nostra attesa, regalandoci un biscotto ciascuno, mentre Il vapore appannava i vetri e lunghe e gelide ombre facevano capolino dagli scurini appena accostati.
Ormai tutto era pronto, bastava sedersi intorno alla tavola apparecchiata, si ascoltavano i grandi, i loro racconti, di semplici ricordi, di storie lontane. Ci sentivamo al sicuro. Nemmeno il buio, ora, assoluto ci faceva paura.

Patrizia Bianconi

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