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L'ACQUA DI SAN GIOVANNI

24-06-2021 06:10 - News Generiche
Finita la scuola cominciavano le vacanze, giorni e giorni all’aria aperta, in campagna dai nonni.
Giorni di sole e notte buie, addolcite dal canto dei grilli e graffiate da mille puntini luminosi, che dopo corse sfrenate, finivano sotto un bicchiere, sul tavolo di marmo, della grande cucina.
E se la mattina dopo le trovavamo prive di vite, ci consolavamo con quel soldino prezioso, che, gli sfortunati insetti, ci avevano lasciato.
Il grano mietuto denudava i campi, ai nostri occhi, immensamente gialli e spogli.
E poi, il 23 giugno, vigilia della nascita di San Giovanni, i preparativi fervevano per quell’acqua a noi misteriosa.
La chiamavano “acqua odorosa”. Una misticanza di erbe e fiori, composta da ginestre, petali di rose canine e coltivate, caprifogli, menta, lavanda, timo, salvia, basilico, assenzio e trifoglio.
Verso il tramonto, quando il sole incendiava l’orizzonte nonna ci chiamava indicandoci quali fiori raccogliere e dove potevamo trovarli.
Ci imbrattavamo le mani di erba e i piedi con i sandali si coprivano di polvere, subito appiccicosa di sudore.
Era un tripudio di colori, di profumi, di gioia. L’odore di menta e di lavanda impregnava i nostri vestiti, che leggeri, svolazzavano nell’aria calda. Sull’aia fasci di fiori abbellivano il lastricato grigio. Un meraviglioso tappeto profumato.
Nonna riempiva, allora, una bacinella piuttosto grande e profonda, di acqua e vi immergeva tutto quello che noi avevamo trovato, di fiori e di erbe. La bacinella veniva lasciata fuori sull’aia e durante la notte si sarebbe imbevuta di rugiada.
Si pensava che, il sole, ovvero il fuoco, si sposasse con la luna e, proprio per questo, le piante e i fiori, fossero particolarmente influenzati da particolare energia utile a curare malattie e proteggere i raccolti.
Notte magica, legata al solstizio d’estate, l’inizio della nuova bella stagione.
La mattina successiva di buon’ora, con i piedi sull’erba, umida di guazza, ci sciacquavamo con quell’acqua particolarmente profumata, assorbendone a pieno tutti i benefici. Se ne avanzava un pò, veniva gettata qua e là, per allontanare calamità di ogni genere.

Patrizia Bianconi

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